Capitolo 09 – Poesie

P. 220, Rokujo:
Quantunque non l’abbia visto che come un’ombra su una precipitosa corrente, sapevo tuttavia che alfine era giunta l’ora della mia estrema miseria.

P. 224, Dama da Camera attempata a Genji:
Invano ho atteso il fiorito giorno dell’incontro quando il sommo dio dispiega i suoi portenti, perché ahimè! un’altra è al tuo fianco.
Risposta:
Non è per noi questo giorno di convegno quando le ottanta tribù si adunano inghirlandate e appassionate.
Dama da Camera attempata a Genji:
Rimpiango amaramente che per questo giorno mendace il mio capo sia cosparsi di fiori; perché solo di nome è il giorno dell’incontro.

P. 225, Rokujo:
Come il sughero dei pescatori sulla spiaggia di Ise, così il mio cuore è sballottato di onda in onda.

P. 227, Rokujo a Genji:
Mia la colpa mio il rimpianto, se sventata come la fanciulla dei campi che si china troppo bassa tra i germogli del riso mi sono insozzata la manica sul buio sentiero dell’amore.
P. 228, Rokujo a Genji:
Oh, come mi pento d’aver portato la mia brocca alla fonte montana, dove le acque erano solo alte tanto da insozzarmi la manica.
Risposta:
Voi, voi sola avete indugiato tra i bassi stagni; mentre io ho lottato fino ad affondare tutte le mie membra attraverso le macchie del buio sentiero dell’amore.

P. 231, Spirito di Rokujo che parla a Genji attraverso il corpo di Aoi:
Riconnetti, come si cuciono i lembi di una veste, questi brandelli che la disperazione e la solitudine hanno strappato dalla mia anima.

P. 235, Genji a Ministro della Sinistra, riferito ad Aoi:
Tanti i vapori che inanellano il cielo d’autunno, ch’io non so quale si sia levato dalla bara della mia dama, sicché dall’uno all’altro polo fisso con amore il paese delle nuvole.

P. 237, Genji pensando ad Aoi:
Quantunque pallido nel colore l’abito che l’uso mi ingiunge di portare per la tua scomparsa, nera tuttavia la mia tristezza come la veste che tu avresti indossata.

P. 239, Genji a Rokujo:
Che ce ne andiamo presto o tardi, più labile è la nostra vita che la rugiada sospesa nella luce del mattino.

P. 241, Genji pensando a Aoi:
Ditemi se la sua anima è nella pioggia o lassù nelle nuvole!

P. 242, To no Chujo a Genji, riferito ad Aoi:
Si è convertita in pioggia l’anima sua, ma dove trovi nella nuvolosa cupola del cielo quell’unica ghirlanda di vapori che essa è divenuta?
Risposta:
Da quando colei che conoscevamo si è involata di là dal Paese delle Nuvole, due mesi di bufera e di buio hanno disseccato la sottostante terra invernale.

P. 242, Genji alla madre di Aoi:
Questo fiore di genziana che indugiava tra le erbe avvizzite della siepe ve lo mando in ricordo dell’autunno ormai trascorso.
Risposta:
Nuove lacrime, ma lacrime di gioia porta – questo fiore che viene da un prato ormai squallido.

P. 243, Genji ad Asagao:
Quando rammemoro un autunno colmo d’ogni sorta di affanni, non trovo un crepuscolo velato di tanto pianto quanto quello che ho versato stanotte.
Risposta:
Da quando seppi che le nebbie dell’autunno erano svanite lasciando nella vostra casa lo squallido inverno, spesso ho pensato a voi nel fissare il cielo stillante.

P. 247, Genji pensando ad Aoi:
Luttuoso lo spettro di colei che transitando ora per i regni arcani deve fuggire il giaciglio dove solevamo riposare.

P. 247, Genji pensando ad Aoi:
Questo letto si coprirà di polvere; perché io più non reggo a sprimacciare via la notturna rugiada delle mie lacrime.

P. 250, Genji a Murasaki:
Troppo a lungo abbiamo rinviato questa nuova impresa, noi che notte dopo notte ci siamo giaciuti con solo un velo tra noi due.

Poesie dal Capitolo 8

Capitolo 9

Poesie dal Capitolo 10

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