P. 288, Ukifune a Sakon:
Come mai la goccia di rugiada si è posata sulla foglia inferiore, mentre solo al fiore sbocciato il suo dono d’amore era promesso?
Risposta:
Se avessi saputo da quali campi regali proveniva quel fiore, la rugiada mai si sarebbe deviata dalla sua prima mira.
P. 289, Ukifune alla madre:
Sono contenta, ma ancor più contenta sarei, se non sapessi che anche in questo luogo desolato, il mondo è ancora con me.
Risposta:
Nella nebbia del mondo o lontana dalle vie degli uomini, che importa, purché alla fine tu possa trovare un luogo dove fissarti?
P. 290, Kaoru:
O acque immutabilmente correnti, almeno in voi, avevo pensato di trovare l’immagine di colei che non è più.
P. 294, Kaoru:
Quale massiccio mucchio di terra blocca la tua porta, o Casa dell’Oriente, perché io debba tremare così a lungo alla pioggia?
P. 297, Kaoru:
Breve è stata la felicità mia! Ché tosto la nebbia dei non obliati autunni venne a interporsi, e ammollò le mie maniche di guazza!
P. 301, Ben no Kimi a Kaoru:
Mutata, come il bosco d’autunno, quando dai suoi alberi pende il vischio dorato, è questa dimora: eppure il plenilunio ritorna come allora.
Risposta:
Su di un viso che è, eppur non è il suo, o luna di Uji dal doloroso nome, tu versi la tua luce spietata.