P. 815, Asagao a Genji:
Ancorché, simile al tralcio di susino che vi mando, questi profumi non abbiano di per sé che un lieve odore, pure, se voi li porterete, non difetteranno di regale fragranza.
P. 816, risposta:
Anche troppo in profondo mi turba la fragranza dei vostri fiori; quantunque, per tema che il mondo si avveda della mia debolezza, io ne abbia celato il profumo nelle pieghe del vestito.
P. 819, Umegaye, cantata da Kobai:
Vedi, su un ramo del susino è venuto l’usignolo a dirci ch’è tornata Primavera. Ma può pur cantare, può pur cantare, fiocca ancora fitta la neve.
P. 819, Sochi no Miya:
Ci ha portato all’estasi la “Canzone dell’usignolo”, quando già ci aveva rapiti la bellezza dei rami bianchi di neve.
Risposta di Genji:
Principe, se per questa primavera nessun altro faro ti guida verso la mia casa, possano questi esili fiori ricondurti qui prima che la loro stagione sia trascorsa.
P. 819, Kashiwagi a Yugiri:
Modula ancora, ti prego, l’acuta canzone notturna del flauto, perché sulla sua aiola di fiori lo stanco rosignolo non si addormenti.
Risposta:
Non chiedere che io scuota con l’aspro suono del piffero questi fiori che nemmeno i selvaggi venti di Primavera hanno cuore di far crollare.
P. 819, Kobai:
Se le nebbie di Primavera non invadessero terra e cielo, gli uccelli immersi in così profondo sonno avrebbero lasciato da tempo prorompere il loro più garrulo mattutino.
P. 820, Sochi no Miya a Genji:
Incenso e belle vesti! Come può un uomo onesto riportare a casa simili doni sul far dell’alba?
Risposta:
Non stento a credere, caro amico, che la tua famiglia si stopiccerà gli occhi nel vederti tornare con un mantello così decoroso sulle spalle.
P. 825, Yugiri a Kumoi:
Oggi l’infedeltà, un tempo ritenuta delitto, governa il mondo intero, ed è considerato stolto chi mantiene il proprio cuore saldo per un’ora.
Risposta:
Anche tu, a quanto pare, che predichi tanto sulla costante fedeltà, seguirai ben presto il nuovo ingannevole corso del mondo.
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