P. 531, Genji ad Asagao:
Non ho virilmente continuato per anni a frenarmi e a mantenere un freddo silenzio, finché gli Dei me ne hanno prosciolto?
P. 532, risposta:
Sebbene voi non mi abbiate fatto questa visita che per narrarmi i vostri patimenti e dolori, tuttavia gli Dei, sino a ieri miei signori, mi vietano di ricevere anche queste notizie.
P. 533, Genji ad Asagao:
È mai possibile che la Rosa Mattutina, da me vista un giorno e da allora sempre ricordata nella sua bellezza, oggi sia un fiore secco e appassito?
Risposta:
L’autunno è trascorso, e con fiore spettrale adesso avvizzisce la Rosa Mattutina sulla siepe cinta di nebbia.
P. 540, Dama attempata a Genji:
Quantunque vostro padre mi chiamasse Nonnina, non sono poi così vecchia, se tanto tempo fa noi due eravamo fidanzati.
P. 541, Genji ad Asagao:
Non c’è altra punizione per il vostro duro cuore, se non quella che da molto tempo voi mi avete insegnato a scontare.
Risposta:
Sono io a dover cambiare, io che ad ogni soffio di vento odo qualche racconto da cui risulta che sebbene trascorrano gli anni, voi siete ancora qual eravate un tempo?
P. 546, Murasaki:
Sono in riposo le acque gelate; ma ora con onde di luce il raggio lunare fluisce e rifluisce.
P. 547, Genji a Murasaki:
Non ti turba stranamente il canto dell’uccello-d’amore, in questa notte in cui, come la neve che il vento sospinge, i ricordi si accumulano sui ricordi?
P. 548, Genji (riferito a Fujitsubo):
Volentieri la seguirei, se soltanto potessi sperare di farmi strada tra le buie fiumane degli Inferi.
Lascia un commento