P. 502, Dama di Akashi, riferita a Genji:
Se le strade di campagna sono sepolte nella neve, e ritornano i nembi, oh, percorri il sentiero scritto, e seppure non vieni tu stesso, concedi un segno.
Risposta della nutrice:
Sbarrassero pure la sua strada i mucchi di neve di Yoshino, non dubitate che i suoi passi percorreranno il sentiero verso la mèta a cui lo guida il suo cuore.
P. 503, Dama di Akashi, riferita alla Principessa di Akashi:
Furono vane tutte le mie preghiere, o vivrò per vedere l’arboscello di pino da cui oggi mi separo diffondere ombre immense sulla terra?
P. 504, risposta di Genji:
Come il piccolo pino che a Takekuma cresce dal pino più grande, innestato alle mie profonde radici questo virgulto germoglierà sicuro.
P. 508, Murasaki a Genji:
Se sulla riva opposta non ci fosse nessuno a trattenere la tua barca, allora potrei anche credere che tornerai domani.
Risposta:
Parola d’onore, sistemo le mie faccende e torno; torno domani, qualunque rimprovero mi faccia quella sull’altra sponda.
P. 514, Genji:
Sul colle del tramonto pende una ghirlanda di nuvola che veste la sera quasi coi neri panneggiamenti di un abito da lutto.
P. 524, Genji ad Akikonomu:
Il mondo lo ignora; ma a te lo confesso, Autunno: la tua brezza al calar della sera mi trafigge profondamente il cuore.
P. 524, ancella di Akikonomu su Genji:
Oh, se il salice avesse la fragranza del susino e i petali del ciliegio!
P. 526, Dama di Akashi:
Come il fuoco del pescatore che segue da presso la sua barca, così in quei giorni e in questi l’infelicità si è avvinghiata al mio sbattuto naviglio, e mi ha seguita di casa in casa.
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