Capitolo 53 – Tenarai

tenerai
immagine da Masao Ebina

PERSONAGGI PRINCIPALI

Sozu: vicario di Yogawa
Madre di Sozu: anziana suora
Imoto: sorella di Sozu, suora
Ukifune
Il Colonnello: promesso sposo della defunta figlia di Imoto
Prima Principessa
Imperatrice
Kaoru

RIASSUNTO DEL CAPITOLO

Il vicario Sozu, sceso dal suo eremitaggio per curare la madre ammalata, trova nella foresta una fanciulla piangente, che i suoi attendenti scambiano per uno spirito maligno. Il monaco decide di occuparsi della giovane (che si rivelerà essere Ukifune), la fa stabilire a Ono e la affida alle cure della sorella Imoto che, avendo perso una figlia di quell’età, si affeziona in fretta a lei. Dopo aver subito un esorcismo, Ukifune ricorda a poco a poco il suo passato e chiede di poter farsi suora. Imoto cerca di dissuaderla, la incoraggia anzi ad assecondare l’insistente corte del Colonnello, un tempo promesso sposo di sua figlia. Convinta di non voler più avere rapporti con gli uomini, in assenza di Imoto Ukifune insiste con Sozu fino a convincerlo ad amministrarle i Voti.

Sozu, accorso a Corte per curare la malattia della Prima Principessa, racconta all’Imperatrice la storia della misteriosa ragazza; la voce giunge a Kaoru il quale, certo che si tratti di Ukifune, cerca un modo per venire a contatto con lei.

COMMENTO

Scorata a causa del fallimento del proprio tentato suicidio, Ukifune prende la decisione di farsi monaca per sfuggire definitivamente alla vita mondana che le aveva procurato tanti dolori. I religiosi che la circondano però, lungi dall’incoraggiare il suo progetto, fanno di tutto per accasarla con un Colonnello insistente e per nulla incline ad accettare il rifiuto di Ukifune a qualunque contatto. Solo la determinazione totale della ragazza sarà infine in grado di convincere Sozu ad assecondare la sua volontà.

CITAZIONE

È già abbastanza brutto che la gente possa trattare le creature mute, come fa; tira i pesci fuori dallo stagno, per lasciarli agonizzare sulla riva, caccia i daini atterriti, per poi lasciarli morire delle loro ferite. (p. 409)

La sua intera esistenza era stata un succedersi di disgrazie. Per qualche tempo, ad ogni modo, era stata in grado di ripromettersi un estremo scampo. Ma ora il futuro, alla cui minaccia non sentiva più alcun potere di sfuggire, di nuovo ondeggiava davanti a lei, riempiendola di paura. (p. 422)

E ad ogni modo, il tempo passa, e nulla al mondo, piacere o pena, rimane immutabile. (p. 427)

Le donne, lo sapete, sono particolarmente soggette a decisioni e pentimenti improvvisi. (p. 442)

È dura abbandonare il mondo: ambizioni, affetti, sembrano così importanti, quando ne siamo irretiti, da costituire una barriera invincibile. Ma non è così. Voi stessa siete cresciuta tra le incertezze della vita comune e conoscete le sue prove. Ora, nel cuore della foresta, spoglia di risentimenti e di rimorsi, passate le vostre giornate nella meditazione e nella preghiera, e la vita pesa su di voi ‘non più di una foglia secca’. (p. 449-450)

Capitolo 52

Poesie dal Capitolo 53

Capitolo 54

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