immagine da Masao Ebina
PERSONAGGI PRINCIPALI
– Kaoru
– Ben no Kimi
– Ukifune
– Madre di Ukifune: un tempo amante di Hachi no Miya, ora sposata a un governatore provinciale
– Governatore di Hitachi: marito della madre di Ukifune
– Sakon: Ufficiale della Guardia del Corpo Imperiale, inizialmente pretendente di Ukifune, sposa poi una sua sorellastra
– Kozeri
– Niou
RIASSUNTO DEL CAPITOLO
La madre di Ukifune, per garantire alla figlia un futuro sereno, cerca di sposarla a Sakon, Ufficiale della Guardia del Corpo Imperiale, che una volta scoperto che la ragazza è una figlia illegittima decide però di prendere in moglie una delle sue sorellastre, figlia favorita del Governatore di Hitachi.
Per evitarle l’umiliazione, la madre chiede a Kozeri di poter ospitare per qualche tempo Ukifune; in pochi giorni le due ragazze si affezionano ma, in seguito ad un’inopportuna intrusione di Niou nelle stanze dell’ospite, questa è trasferita in una dimora in periferia dalla genitrice, preoccupata per la sua reputazione.
Informato della nuova sistemazione di Ukifune, Kaoru manda Ben no Kimi a riferirle il suo interesse e poi si presenta lui stesso, preleva la fancuilla e la porta a Uji con sé.
COMMENTO
Ukifune è un perfetto esempio della difficile posizione delle donne nel periodo Heian: senza un padre o un fratello su cui contare, una fanciulla nubile non aveva alcun appoggio e trovare un marito non era affatto semplice per una figlia illegittima. I matrimoni erano infatti un modo per procurarsi agganci politici o doti sostanziose, e le sole qualità estetiche e personali non bastavano per fare di qualcuno un buon partito.
CITAZIONI
C’era mai stato al mondo un uomo che sapesse per due minuti di seguito cosa volesse? (p. 264)
Essa si era sempre indignata per l’indulgenza usata verso Niou e i suoi compagni: perché doveva una semplice diversità di nascita, autorizzarli a comportarsi in un modo che tra la gente comune sarebbe stato considerato arido e spietato? Ma ora, abbagliata dalla bellezza di Niou e dalla magnificenza dell’atmosfera in cui le vite di quei personaggi si muovevano, non trovava più che le donne, prima desiderate e poi buttate in disparte, dovessero avere motivo di lamentarsi. Un momento di contatto con simili splendori valeva tutta una vita di affetti banali. (p. 267)
Era difficile credere, come continuamente asseriva, che il tempo non fosse valso a nulla per rassegnarlo alla sua perdita. Gli esseri umani, pensava Kozeri, non sono così, e a volte le pareva che la malinconia di Kaoru stesse diventando una mera abitudine, e fosse semplicemente dovuta a un’incapacità di abbandonare in sua presenza l’atteggiamento assunto da principio. Ma certi sguardi e certe parole avrebbero presto convinto della sua sincerità assoluta anche un cuore ben più duro di quello di lei. (p. 271)
Fors’anche la sua maggiore disgrazia, povera creatura, è semplicemente quella di esser nata donna, perché a nessuna di noi, di alto o basso lignaggio, sembra sia concessa molta fortuna, sia in questo mondo, sia nell’altro. (p. 274)
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