immagine da Masao Ebina
PERSONAGGI PRINCIPALI
– Tamakatsura
– Higekuro
– Quarto Imperatore
– Ryozen
– Kurodo no Shosho: sesto figlio di Yugiri e Kumoi
– Himegimi: figlia maggiore di Tamakatsura e Higekuro
– Kaoru
– Yugiri
– Kumoi
– Jiju: terzo figlio di Tamakatsura e Higekuro
– Wakagimi: seconda figlia di Tamakatsura e Higekuro
– Dama Chujo
RIASSUNTO DEL CAPITOLO
Dopo la morte di Higekuro, la posizione dei figli che l’uomo aveva avuto da Tamakatsura si fa difficile per mancanza di un appoggio a Corte.
La figlia maggiore, Himegimi, ha fama di essere bellissima e conta molti ammiratori, il più assiduo dei quali è Kurodo no Shosho. Anche l’attuale Imperatore e Ryozen, però, la vorrebbero presso le loro dimore e alla fine la spunta l’ex Sovrano, in seguito alla promessa di Dama Chujo di aiutare la giovane ad ambientarsi. Kurodo no Shosho, spesso ospite della famiglia dell’amata grazie all’amicizia col terzogenito di Tamakatsura Jiju, se ne dispera facendo preoccupare Yugiri e Kumoi. Anche Kaoru è vagamente deluso, ma la sua familiarità con Ryozen gli permette di conoscere meglio la fanciulla.
Tamakatsura, temendo di rovinare i rapporti con la famiglia di Yugiri, propone a Kurodo la mano della secondogenita Wakagimi, ma il giovane declina; la ragazza è poi reclamata dall’Imperatore ed entra a Corte.
Nel frattempo Himegimi dà due figli a Ryozen e le altre consorti iniziano a vederla come una minaccia e a maltrattarla; la giovane torna così presso la madre.
COMMENTO
Questo capitolo, apparentemente poco più che un allacciamento tra la morte di Genji e l’inizio della storia dedicata a Kaoru e Niou, tratta con grande precisione il tema della genitorialità tra la classe altolocata del periodo Heian, e in particolare offre l’acuta indagine psicologica di una madre alle prese con l’angoscia relativa al futuro incerto delle figlie. Tra imposizioni sociali e considerazioni di ordine pratico, trovare un equilibrio che permetta alle ragazze di vivere serenamente e al contempo non scontentare nessuno è quasi impossibile: senza l’appoggio solido di una figura paterna la vita matrimoniale di una giovane rischiava di essere deludente o addirittura dolorosa.
CITAZIONI
“La gente si accorge sì e no della mia esistenza, oggigiorno,” ella disse, “tanto che a volte mi chiedo io stessa: ma esisto?” (P. 28)
Questo vale per tutti e per tutto. La cetra e il flauto con le loro melodie, gli alberi con i loro fiori, gli uccellini con il loro canto… tutti hanno la loro stagione e solo allora posson dilettare l’orecchio o l’occhio. (P. 35)
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