Capitolo 04 – Yuugao

yuugao
immagine da Masao Ebina

PERSONAGGI PRINCIPALI

Genji
Rokujo (六条御息所 Rokujō no miyasudokoro, dal nome del quartiere in cui risiede): amante di Genji, vedova del principe Zembo, fratello dell’Imperatore
Nutrice di Genji
Koremitsu (藤原惟光 Fujiwara no Koremitsu): figlio della nutrice di Genji e suo fedele servitore
Yuugao (夕顔 Yūgao, dal nome del fiore colto davanti alla sua abitazione, lett. “Volto della sera”): amante di To no Chujo, poi di Genji
Iyo no Suke 伊予介: governatore provinciale e marito di Utsusemi
Ukon 右近: dama di compagnia di Yuugao

RIASSUNTO DEL CAPITOLO

Genji, rientrando da un incontro con Dama Rokujo, che frequenta segretamente, decide di visitare la sua vecchia nutrice ammalata. Dalla casa di fronte provengono voci femminili e il Principe, incuriosito, ordina al figlio della balia di informarsi su chi viva lì.
Nel frattempo, Genji riceve una visita dal marito di Utsusemi che gli annuncia l’imminente matrimonio della figlia e la propria partenza per la provincia in compagnia della moglie.
Grazie a Koremitsu, Genji riesce a entrare nella casa della dama misteriosa e i due diventano amanti. Il Principe si accorge presto di essere innamorato di quella fanciulla mite e modesta e la porta, insieme all’ancella Ukon, in un casolare appartato per poter passare più tempo con lei.
Una notte i due amanti vengono sorpresi da uno spirito maligno e Yuugao muore per il terrore. Genji incarica Koremitsu di occuparsi del rito funebre e torna al suo palazzo, dove per giorni si rinchiude prostrato, piangendo l’amata. Interrogando Ukon, che prende al suo servizio, scopre che i suoi sospetti erano fondati: Yuugao è la fanciulla che aveva dato una figlia a To no Chujo, e incarica la donna di trovare la bambina.
Ricordando l’imminente partenza di Utsusemi, Genji invia al marito doni di commiato, tra cui lo scialle della ragazza.
Tra l’autunno e l’inverno il Principe deve così dire addio a due donne per cui aveva provato dei sentimenti.

COMMENTO

La sorte della sfortunata protagonista di questo capitolo è l’occasione per spiegare una credenza diffusa nel Giappone del periodo Heian, ovvero l’azione degli spiriti sulla vita degli esseri umani.
Non si tratta però dell’azione di un morto, bensì di quella di una dama sopraffatta da una gelosia incontrollabile. Si pensava infatti che lo spirito potesse lasciare il corpo durante il sonno, se spinto da forti passioni, e andare a colpire il destinatario di quella rabbia. Il colpevole non è al corrente di quello che accade, in quanto sono i sentimenti che con la loro impetuosità creano questo fenomeno, non necessariamente una specifica volontà di ferire il rivale.
L’infelice Yuugao, del resto, era sicuramente un soggetto molto vulnerabile; orfana di entrambi i genitori, costretta a vivere in una povera dimora, vittima di attacchi di panico notturni, aveva già patito le ire di una compagna tradita ricevendo minacce dalla moglie di To no Chujo, venuta a conoscenza della relazione tra i due. L’apparizione maligna non poteva che essere fatale ad un animo così sensibile.

L’avventura parallela di Genji, questa puramente platonica, con Utsusemi, rivela un nuovo aspetto del Principe: la fortissima attrazione per le imprese impossibili. Una donna che non ceda immediatamente alla sua corte o che sia fuori dalla sua portata gli provoca un irrefrenabile gusto per la conquista, che si trasforma in innamoramento e quindi in un corteggiamento senza requie.
Questa sua giovanile tendenza verso le sfide, insieme alla naturale predisposizione per le avventure galanti, gli provocherà in seguito non pochi guai.
Lo stesso Genji ne è consapevole: la fede nel karma gli dà la certezza di una punizione, in questa vita e dopo la morte, per la sua condotta scorretta e le sue relazioni illegittime; inoltre se queste venissero a galla grande sarebbe la vergogna davanti al giudizio dell’Imperatore. Ciononostante, dopo essersi promesso all’infinito di non invischiarsi più in situazioni di quel genere, le donne rimangono per il giovane una calamita irresistibile.
Del resto era generalmente accettato che un personaggio nella sua posizione avesse qualche scappatella, anzi era considerato naturale.

CITAZIONI

Dalla traduzione di M.T. Orsi

Il suo rango era tale – pensava Koremitsu – che doveva badare all’opinione del mondo, ma pure, tenendo conto della sua giovane età e del fascino che esercitava, rinunciare a una storia d’amore sarebbe stato un vero peccato e d’altronde anche una persona di rango più modesto, che avrebbe trovato meno giustificazioni agli occhi della gente, in simili circostanze avrebbe agito senza esitare. (p. 64)

La casa della donna apparteneva a quell’ambiente inferiore di cui non valeva la pena di occuparsi, secondo quanto aveva detto il Secondo Comandante della Guardia Imperiale, ma si chiedeva se non sarebbe stato possibile scoprire del tutto inaspettatamente una persona piena di fascino. […] Un tempo non si sarebbe mai interessato a persone tanto comuni, eppure dopo la conversazione che si era svolta in una certa notte di pioggia, sembrava che la consapevolezza dell’esistenza di diverse categorie di donne di cui valeva la pena occuparsi avesse risvegliato in lui una certa curiosità verso tutti i tipi possibili. (p. 64-65)

Anche fra loro che lo conoscevano superficialmente, nessuno avrebbe potuto non essere attratto da lui. Se è vero che perfino un rozzo taglialegna può desiderare di riposarsi un attimo all’ombra dei fiori, tutti quelli che avevano occasione di vedere splendere la sua luce desideravano, ognuno secondo il proprio rango, potergli affidare le proprie figlie, e chi possedeva una sorella sufficientemente graziosa sperava di vederla accolta al suo servizio, sia pure in una posizione modesta. (p. 67)

Per quale destino legato a una vita precedente gli era capitata una simile disavventura, a rischio della sua stessa vita? Come punizione per un sentimento sconveniente e proibito – e solo per colpa sua – era derivata questa storia che di sicuro sarebbe stata ricordata come un esempio per il passato e il futuro. (p. 77)

– Lasciate almeno che senta la vostra voce un’ultima volta. Chissà per quale legame di una vita passata vi ho dato tutto il mio cuore, sia pure per un breve momento, ma abbandonarmi così è davvero troppo crudele. (p. 81)

Il mondo era in allarme: una persona così perfetta da essere quasi inquietante forse non poteva restare a lungo in questo mondo. (p. 82)

Pure è stato per qualche destino di una vita precedente se quella sera in cui l’ho vista per caso ne sono rimasto affascinato e ho cercato in tutti i modi di incontrarla e questa convinzione mi intenerisce e mi tormenta allo stesso tempo. Se davvero era un legame tanto effimero perché mi è diventata così cara? (p. 84)

Proprio la fragilità rende una donna attraente ai miei occhi. Una che si mostri sicura di sé, che non segua ciò che le viene detto, non può piacermi. Sarà forse perché io stesso non sono molto risoluto e sicuro, amo una donna che sia soprattutto dolce e remissiva, anche a rischio di essere facilmente ingannata da altri, che sia riservata e pronta a seguire il volere dell’uomo a cui si lega, e ne sarei attratto, vivendo con lei e modellandola secondo i miei desideri. (p. 85)

Riportò alla mente il volto che aveva intravisto una sera lontana alla luce della lampada. Era impossibile dimenticare la donna che era seduta davanti a lei, riservata e composta, ma anche quest’altra, che chiacchierava festosa e disinvolta senza alcun riserbo, non era per nulla spiacevole, pensò e in quei pensieri agiva tutto il suo cuore incostante che nulla aveva appreso dalle esperienze passate. (p. 87)

Finora avevo evitato di rivelare tutti questi particolari per un riguardo nei suoi confronti, visto che voleva tenerli segreti, ma dal momento che vi è stato qualcuno che ha giudicato il mio racconto pura finzione dicendo: perché mai, persino chi è al corrente dei fatti, si limita a tesserne gli elogi come se non avesse alcun difetto, solo perché è figlio di un sovrano?, mi sono decisa. Anche se mi si può incolpare di aver esagerato. (p. 89-90)

Dalla traduzione di A. Motti

Nel vasto mondo non cercare una casa; ma dove ti capita di trovare riposo, dì che quella è la tua casa. (p. 74)

Abbiano pure i re i loro palazzi di giada; in una capanna di frasche si può dormire in due. (p. 74)

… si dice che chi muore con desideri insoddisfatti è gravato da un maligno karma nella vita futura. (p. 75)

Somigliava all’albero fiorito, alla cui ombra persino il rude montanaro è felice di riposarsi. (p. 81)

… in quel luogo dove c’era una cosa che tanto gli piaceva, tutto sembrava assumere, nonostante qualsiasi disturbo, una nuova parvenza d’interesse e di bellezza. (p. 87)

“Che il nostro amore possa durare finché Maitreya verrà nel Mondo come un Budda”. (p. 88)

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Capitolo 3

Poesie dal Capitolo 4

Capitolo 5

19/7/2021: aggiornato con citazioni dalla traduzione di M.T. Orsi.

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