immagine da Masao Ebina
PERSONAGGI PRINCIPALI
– Kashiwagi
– Nyosan
– Genji
– To no Chujo
– Kaoru (薫): figlio di Nyosan e Kashiwagi, creduto di Genji
– Suzaku
– Ochiba
– Yugiri
– Madre di Ochiba
RIASSUNTO DEL CAPITOLO
La malattia di Kashiwagi non dà segni di miglioramento nonostante gli sforzi di To no Chujo, che ha fatto chiamare i migliori guaritori perché si occupassero del figlio.
Il giovane manda un’ultima lettera a Nyosan che gli risponde per la prima volta mostrando affetto e compassione.
Anche la fanciulla non gode di ottima salute; dopo qualche tempo partorisce un maschio che Genji riconosce come suo, partecipando suo malgrado ai festeggiamenti.
Nyosan, apparentemente incapace di riprendersi, invoca il padre finché egli non si decide ad abbandonare il monastero per farle visita. La ragazza chiede insistentemente di prendere i voti; infine Genji e Suzaku acconsentono a malincuore e le fanno praticare la tonsura.
Yugiri, preoccupato per Kashiwagi, va a trovarlo e riceve la confessione del giovane, che ammette di aver fatto un torto a Genji; chiede poi all’amico di occuparsi di Ochiba, destinata a rimanere priva di qualcuno a cui appoggiarsi.
Poco dopo Kashiwagi muore, sconvolgendo l’intera Corte e lasciando tutti in un profondo cordoglio.
Yugiri è deciso a rispettare la promessa fatta e inizia a fare visita a Ochiba e alla madre.
COMMENTO
La colpa di Kashiwagi e Nyosan appare come una punizione per quella simile commessa da Genji e Fujitsubo ai danni dell’allora Imperatore, che aveva portato alla nascita di Ryozen.
I due giovani vengono puniti molto più severamente dei due predecessori: mentre Kashiwagi muore sopraffatto dal terrore che Genji conosca il segreto, Nyosan prende i voti in giovanissima età per fuggire ad un matrimonio infelice e ad un marito da cui si sente perennemente condannata.
CITAZIONI
Se la felicità bussa alla porta, non è che di passaggio. (P. 954)
Ma anche ammesso che lo fosse, non si dovrebbe essere scortesi con una donna solo perché è brutta, proprio come la sua avvenenza non dà il diritto di comportarsi con lei in maniera sconveniente. (P. 956)
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