immagine da Masao Ebina
PERSONAGGI PRINCIPALI
– Genji
– Murasaki
– Akikomonu
– Tamakatsura
– Sochi no Miya
– Yugiri
– To no Chujo
– Ukon
– Higekuro (髭黒): fratello di Jokyoden, moglie di Suzaku, e pretendente di Tamakatsura
– Kashiwagi (柏木): primogenito di To no Chujo
RIASSUNTO DEL CAPITOLO
Con la primavera i giardini di Murasaki raggiungono il massimo del loro splendore; per le sue dame di compagnia e per quelle di Akikonomu viene organizzata una gita sul lago per godersi le meraviglie della stagione, che si conclude con un grande concerto.
Tamakatsura, creduta da tutti figlia di Genji, attira le attenzioni di molti gentiluomini; il suo più illustre pretendente è Sochi no Miya; il Principe raccomanda ad Ukon di seguire la sua signora affinché risponda a tutti in modo adeguato.
Akikonomu, alloggiata presso il Nuovo Palazzo per le vacanze, viene festeggiata per le Devozioni di Primavera. Murasaki le invia bambini vestiti da uccelli e farfalle e una poesia; tra gli appartamenti delle due dame si stabiliscono rapporti cordiali e si organizzano quotidianamente concerti e gite in comune. Anche Tamakatsura instaura relazioni amichevoli con Murasaki.
Intanto Genji pensa a come dire la verità a To no Chujo sulla figlia: la situazione si fa di giorno in giorno più imbarazzante in quanto Yugiri tratta la fanciulla come sua sorella, mentre i suoi veri fratelli, in particolare il primogenito di Chujo, Kashiwagi, la corteggiano.
Tra gli altri pretendenti si distingue, oltre al già citato Sochi no Miya, il principe Higekuro.
Genji, dal canto suo, è attratto dalla ragazza ed in parte tentato di tenerla per sé. Durante una conversazione con Murasaki le parla dei pregi della fanciulla ed ella, che lo conosce bene, intuisce subito ciò che sta accadendo; i due discutono, ma Genji è fermo nella sua convinzione che non tradirà la fiducia della giovane.
Una sera, facedole visita, la trova insolitamente simile a Yuugao e non riesce a trattenersi dal rivelarle i suoi sentimenti. La ragazza ne rimane turbata, e nei giorni seguenti è combattuta tra la volontà di stare lontana da Genji e un senso di mancanza quando lui non c’è.
COMMENTO
Per Genji è da sempre impossibile trattenere i propri sentimenti nei confronti di una fanciulla avvenente e intelligente; nel caso di Tamakatsura la situazione è resa ancora più difficile dalla somiglianza tra questa e la madre, che il Principe aveva tanto amato.
Come era già successo con Akikonomu – figlia di Rokujo – e Murasaki – nipote di Fujitsubo – i sentimenti dell’uomo nascono dal ricordo di una donna ammirata, da un particolare che la fa tornare alla sua mente nella figura di una parente più giovane.
Anche in questo caso la repentina intimità turba la fanciulla, che perde in parte la fiducia nel suo protettore.
Ancora una volta Murasaki Shikibu prende in prestito la voce di Genji e, parlando delle molte lettere ricevute da Tamakatsura, elenca una serie di comportamenti da tenere o evitare nei confronti di un pretendente più o meno nobile; come già in precedenza l’autrice, con l’acume di una sociologa, dà uno spaccato chiaro e prezioso del modo di pensare e di comportarsi alla Corte giapponese nel periodo Heian.
Desidero che guidiate la un poco la vostra padrona nel rispondere alle lettere di questo tipo che dovessero giungere in avvenire. Non sempre siamo da biasimare noi uomini per le sciagurate situazioni che talvolta derivano dalla nostra attuale libertà di costumi. Spesso accade che una certa tempestiva sostenutezza da parte di una dama eviterebbe i guai nei quali ci sospinge la nostra determinazione a vedere nell’amore il nostro principale passatempo e svago. Lì per lì, naturalmente (e chi potrebbe saperlo
meglio di me?), quella sostenutezza offende il gentiluomo, che con le solite frasi convenzionali denigrerà l’animo «crudele» e «insensibile» della sua dama. Ma alla fine sarà ben contento che si sia messo un punto fermo a quella faccenda.
Viceversa può succedere che un pretendente, di tale condizione sociale che non si possa considerarlo un partito accettabile, nutra in realtà sentimenti serissimi, ma per tema di riuscire offensivo si limiti nelle proprie lettere a qualche banale osservazione sul tempo o sul giardino. Se in questo caso la dama, insistendo a vedere in quelle lettere più di quanto vi sia espresso, risponde seccamente, otterrà il solo risultato di spostare il loro rapporto dal piano della cortesia (su cui era rimasto fino allora) a quello della passione. Una risposta educata, espressa negli stessi termini convenzionali della lettera ricevuta, può invece dissipare le fantasiose chimere dell’innamorato e indurlo a cessare dal corteggiamento. Ma qualunque cosa accada, la dama ha fatto tutto quello che ci si sarebbe dovuti aspettare da lei.
D’altro canto, fraintendere i complimenti e le vacue premure che oggi è di moda tributare a piene mani, e vedere in queste cerimoniose cortesie le prove di un sentimento genuino, è anche più pericoloso che ignorarle del tutto, e sebbene questo partito possa dare lì per lì un certo eccitamento, alla lunga è destinato a produrre una situazione spiacevole.
Spesso avviene che una fanciulla metta da parte ogni riserbo e senza darsi pensiero delle conseguenze si abbandoni a qualche futilissima inclinazione, esclusivamente per convincere il mondo che è una donna piena di sensibilità. La scoperta di un nuovo piacere è a tutta prima sufficiente ad appagarla; ma l’abitudine stucca, e dopo qualche mese l’eccitamento cede il posto alla noia, forse anche al disgusto. (P. 670)
Le donne, in una società molto maschilista, sono ritenute in parte responsabili del comportamento degli uomini semplicemente in base alle risposte che danno alle missive dei loro corteggiatori.
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