Il Padiglione della Paulonia
immagine da Masao Ebina
PERSONAGGI PRINCIPALI
– Genji lo Splendente (光源氏 Hikaru Genji): Figlio dell’Imperatore e di una concubina, protagonista del romanzo
– Kiritsubo (桐壺更衣 Kiritsubo no Kōi, dal nome dell’ala del Palazzo in cui alloggia. Anche: Dama del Padiglione della Paulonia): prediletta dell’Imperatore, madre di Genji, invidiata dalle altre dame
– Imperatore (桐壼のみかど Kiritsubo no Mikado): padre di Genji
– Kokiden (弘徽殿女御 Kokiden no Nyōgo. Anche: la Consorte Imperiale o Dama del Kokiden): prima consorte dell’Imperatore, madre dell’Erede Legittimo, figlia del Ministro della Destra
– Fujitsubo (藤壺中宮 Fujitsubo no Chūgū, dal nome dei suoi appartamenti. Anche: Principessa del Padiglione del Glicine): quarta figlia dell’Imperatore precedente. Somiglia a Kiritsubo ma è di classe più elevata
– Ministro della Sinistra (左大臣 Sadaijin): Padrino di Genji per la sua Iniziazione, padre di Aoi
– Aoi (葵の上 Aoi no ue. Anche: la Signora degli aoi): promessa sposa di Genji
RIASSUNTO DEL CAPITOLO
Kiritsubo, dama di straordinaria bellezza e piena di virtù, sebbene non di rango molto elevato, diviene la favorita dell’Imperatore, attirando l’invidia delle altre dame di Corte. Ciononostante il Sovrano la tiene al suo fianco in ogni momento. La dama dà alla luce un figlio incredibilmente grazioso.
Kokiden, prima consorte e madre del primogenito dell’Imperatore, teme che il nuovo nato possa ottenere il titolo di Erede al trono.
Abbattuta dalle angherie e dalle malelingue delle altre dame di Corte Kiritsubo si ammala e, dopo reiterati rifiuti, l’Imperatore acconsente a separarsi da lei per rimandarla a casa della madre, dove la donna muore poco dopo. Il piccolo Principe suo figlio viene allontanato dal Palazzo e affidato alle cure della nonna materna. L’Imperatore, separato dalla donna amata e dal figlio prediletto, non trova consolazione.
Dopo molti mesi il Principe, bambino di impareggiabile bellezza, torna a Corte e inizia gli studi, rivelandosi particolarmente promettente.
Essendo ancora in giovane età gli viene permesso di oltrepassare le cortine di bambù e intrattenersi con le dame di compagnia, tutte piacevolmente colpite dal suo aspetto e dalla sua grazia.
Nel frattempo l’Imperatore fa interrogare un indovino coreano giunto a Corte sul futuro del piccolo. Secondo il veggente il regno del Principe sarebbe accompagnato da disordini e dolore; il Sovrano decide dunque di renderlo un borghese facendolo entrare nel clan dei Minamoto (Gen 源) e di nominare Erede al trono il figlio di Kokiden.
L’Imperatore, ancora incapace di dimenticare l’amata scomparsa, è informato che una figlia del precedente reggente pare somigliarle molto e la accoglie a Palazzo.
Il piccolo Genji, forse influenzato dai discorsi sulla somiglianza tra la Principessa e la madre perduta, si invaghisce di Fujitsubo.
Al compimento dei dodici anni Genji ha la sua cerimonia dell’Iniziazione, che fa di lui un adulto. Subito dopo viene celebrato, col favore dell’Imperatore, il fidanzamento tre il giovane e Aoi, di quattro anni più grande di lui, figlia del Ministro della Sinistra.
Genji, ora che è “uomo”, non può più frequentare gli appartamenti delle dame, e la mancanza dell’amata Fujitsubo diviene per lui una dolorosa ossessione.
COMMENTO
Questo primo capitolo è scritto in uno stile che mescola cronaca di Corte e fiaba, e presenta ancora un’ingenuità che sparirà nei successivi, dovuta all’influenza dei predecessori sul lavoro di Murasaki.
Appaiono già, però, temi che pervaderanno tutta l’opera: frequenti rimandi letterari e artistici a opere cinesi e giapponesi del passato, l’abitudine di comunicare tramite brevi poesie, l’assimilazione di aspetti naturali e delle stagioni allo stato d’animo dell’osservatore.
Un elemento che può rendere ostica la lettura oggi è l’abitudine di non chiamare mai le dame col proprio nome, ma di designarle in base all’appartamento in cui vivono – come nei casi di Kiritsubo e Fujitsubo – o a un attributo che le caratterizza, o addirittura a un elemento naturale presente nel momento della loro prima apparizione sulla scena.
La figura dell’Imperatore mostra subito un aspetto caratteristico degli uomini del periodo Heian: si struggono apertamente, piangono, si disperano, senza che questo sia considerato eccessivo segno di debolezza – come potrebbe accadere nella società occidentale di oggi. I sentimenti sono vissuti in modo molto aperto, e ciò non influisce sulla virilità ma anzi è apprezzato segno di un animo sensibile.
La Corte, dove risiedono gli Abitanti delle Nuvole, è un luogo tanto pieno di lusso quanto insidioso: basta poco per attirare invidie, per farsi dei nemici. La morte di Kiritsubo, esasperata dall’odio delle rivali, fa già intravedere una credenza legata al karma che successivamente troverà ampio spazio, ovvero che i sentimenti negativi rivolti a una persona possano realmente influenzare il suo stato di salute, fino alle più tragiche conseguenze.
L’Imperatore, per scongiurare il rischio che anche il piccolo Principe debba subire lo stesso trattamento, lo abbassa al grado di borghese – provvedimento detto shinseki kôka 臣籍降下, lett. discesa all’anagrafe di suddito – facendolo membro del clan dei Minamoto (anche detti Gen; Genji significa “quello del clan Minamoto”). Una sua eventuale ascesa al trono non sarebbe infatti vista di buon occhio, essendo figlio di una dama di basso rango.
Genji vivrà comunque tra i più grandi privilegi, sia grazie alla predilezione del padre per lui che alla sua bellezza e alle sue innumerevoli virtù, che instilleranno sempre una naturale ammirazione nell’animo di chiunque gli stia vicino. Persino le dame che avevano tanto disprezzato la madre provano per lui simpatia e lo accolgono dietro le cortine di bambù, essendo egli ancora un bambino.
L’ingresso di Fujitsubo a Corte segna irrimediabilmente la vita di Genji: forse influenzato dai commenti che la vogliono molto simile alla madre se ne invaghisce.
A dodici anni ha luogo la cerimonia di Iniziazione, che gli apre l’ingresso al mondo degli adulti e, come capirà in seguito, anche al continuo vagheggiare una felicità perduta. Come “uomo”, infatti, non gli è più permesso di intrattenersi negli appartamenti delle dame, e quindi di incontrare l’amata.
A quell’epoca i matrimoni si contraevano in giovanissima età. Genji viene infatti promesso alla figlia del Ministro della Sinistra, Aoi, ammirata da tutti fuorché dal fidanzato, che continua a desiderare l’impossibile vicinanza di Fujitsubo.
CITAZIONI
E realmente molte persone di matura esperienza si dichiaravano meravigliate che una creatura simile fosse potuta nascere in quei tempi degeneri. (trad. A. Motti, p. 9)
Anche in questa circostanza le voci di critica furono numerose, ma l’aspetto e l’indole del bambino, a mano a mano che cresceva, apparivano di una grazia così rara che nessuno poteva detestarlo e coloro che meglio erano in grado di comprendere il senso delle cose si meravigliavano che una simile creatura fosse potuta nascere in questo nostro mondo. (trad. M.T. Orsi, p. 5)
– Tra noi c’era un giuramento, che nessuno dei due avrebbe fatto da solo la strada che tutti finalmente dobbiamo percorrere. Come la lascio separarsi da me? – La dama lo udì e – Finalmente, – disse; – sebbene quel desiderato finalmente sia giunto, poiché vado sola, con quanta gioia vivrei! (trad. A. Motti, p. 10)
– Avevate promesso che non vi sareste avviata prima o dopo di me lungo la via che tutti dobbiamo percorrere e nonostante ciò, potreste andarvene e abbandonarmi? – La donna gli rispose con infinita amarezza: – È doloroso seguire / il cammino che ci separa / inevitabilmente / mentre era la via della vita / che volevo percorrere. (trad. M.T. Orsi, p. 6)
Pensò alla poesia che dice che “le cose reali nell’ombra non sembrano più reali dei sogni”, e ai suoi desideri sarebbe bastata una sostanza incorporea come la vita sognata di quelle notti. (trad A. Motti, p. 12)
Il volto e i gesti della donna mentre ricavava dalle corde melodie che sembravano diverse da ogni altra, le sue parole che pure suscitavano un’eco differente da tutte, ora erano come un’ombra sempre vicina a lui, ma ancora meno percettibile della “realtà nell’oscurità della notte. (trad. M.T. Orsi, p. 8)
In realtà, l’amore che nella Sua saggezza Egli si è degnato di manifestarle (…) è stato più crudele che l’indifferenza. (trad. A. Motti, p. 14)
(…) ma poi per via del favore che Sua Maestà si è degnato di accordarle (…) è successo ciò che sapete in un modo che non sembra affatto naturale, cosicché ora mi domando se non sia il caso di rammaricarsi per quell’affetto che Sua Maestà le ha generosamente concesso. (trad. M.T. Orsi, p. 10)
“Proprio perché il tempo a noi concesso doveva essere così breve, forse era scritto ch’io cedessi senza lotta contro il Mio volere e il Mio giudizio a una passione così temeraria da far trasecolare gli uomini; passione sfrenata e veemente di quelle che toccano a chi è destinato a un’imminente separazione.” (trad. A. Motti, p. 14)
Una passione tanto intensa da far trasecolare gli altri era destinata a non durare a lungo, era un legame fatale agli esseri umani, ora me ne rendo conto. (trad. M.T. Orsi, p. 10)
Rimpiangeva senza posa che il fato non avesse loro consentito di mantenere il voto di cui parlavano mattina e sera – il voto che le loro vite fossero come le rondini gemelle che hanno in comune un’ala, come gli alberi gemelli che hanno in comune un ramo. (trad. A. Motti, p. 17)
Mattina e sera si erano ripetuti la promessa “potessimo in cielo essere una coppia di uccelli nell’ala uniti, potessimo in terra essere due alberi dai rami congiunti”, ma la sua breve vita che non aveva permesso di esaudire quel voto aveva lasciato un rimpianto infinito. (trad. M.T. Orsi, p, 12)
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6/8/2019: aggiornato con citazioni dalla traduzione di M.T. Orsi.
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